quarta-feira, 6 de março de 2013

Grullini e informazione

I grullini, di cui si è discusso e si sta discutendo, abbondantemente, qui nel sito del collettivo di scrittori/ricercatori italiani, si riempiono la bocca della parola informazione.
Rivendicano un primato nell'uso di internet, senza pensare che magari ci sono ancora 'varie' persone senza connessione o alfabetizzazione, e quindi tagliano fuori buona parte dell'Italia. Oltre alle persone senza Internet, ci sono quelle che ce l'hanno, ma non riescono a usarlo. Forse i detti grullini pensano che basti dare una connessione per saperla usare.

D'altronde anch'essi non lo sanno fare tanto bene, visto il livello dei commenti sul blog di Beppe Grillo. Nella migliore delle ipotesi si tratta di pochissime righe, che non prendono in analisi un bel niente, ignorano la co-costruzione del discorso (fattibile nell'interazione con altri utenti), e dicono due battute sul post di Grillo che stanno commentando.

Altro aspetto riguarda il loro odio verso i giornalisti della carta stampata e i giornali.
Come se bastasse scrivere su Internet, o pubblicarvi un video, creare un blog, etc., per essere migliori della carta stampata.
La rete pubblica molte più assurdità, pettegolezzi e cazzate della carta stampata.
I giornalisti odierni, grazie alla rete, prendono 5 euro ad articolo.
Eppure i grullini dicono di voler eliminare i contributi ai giornali.
Non si rendono conto dell'importanza dei giornali, così dicendo.
Assolutamente.
Togliamo i contributi, ci troveremo giornali dominati da imprese,
ci troveremo meno giornalisti scomodi in giro, cioè meno di quei pochi che ci sono adesso.

Io paragono oggi i giornali alla nostra scuola.
Ci sono molti insegnanti incapaci e svogliati. C'è bisogno come non mai di insegnanti.
Togliamo fondi alla scuola? Così sempre meno persone, di quelle poche che oggi esistono, vorranno essere insegnanti.

Oppure mettiamo regole? Parametri di qualità e non regole di censura, non proibizione di intercettazione oppure attacchi a cazzo a chi critica, come fanno i troll grullini?
Lo dico io che sono contrario alle regole, per me sarebbe anarchia, ma nell'accezione di organizzazione e non di confusione come tutti gli ignoranti la intendono oggi.
Ma, se vogliamo vivere in una democrazia, fatta di regole, bisogna creare organismi indipendenti di controllo.
Per esempio, tornando alla scuola, qua in Brasile la ricerca è ultra-finanziata, ma ci sono dei criteri.
Devi pubblicare in riviste, devi presentare in congressi/seminari; non è che ti prendi i soldi e sparisci
scrivi cazzate. Anche perché se vuoi pubblicare in una rivista devi rispettare norme scientifiche.

Pace
Vinicio

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